Il lago d'Orta o Cusio è un lago prealpino di origine glaciale, il più occidentale dei grandi laghi prealpini italiani. Situato interamente in Piemonte, è suddiviso tra la provincia di Novara e quella del Verbano-Cusio-Ossola. Il Lago d'Orta è il più occidentale dei grandi laghi delle Prealpi italiane, posizionato tra il bacino del Lago Maggiore ad est (dal quale è separato dal massiccio del Mottarone) e le montagne ad ovest (tra le quali il Monte Briascoe il Monte Croce) che lo separano dalla Valsesia. Il lago si è originato dal fronte meridionale del ghiacciaio del Sempione. Al centro del lago è presente l'isola di San Giulio. Il lago si sviluppa in direzione nord-sud, ed è composto da due bacini separati da una dorsale profonda circa 100 metri situata tra Punta Crabbia sulla riva orientale e l'abitato di Ronco sulla riva occidentale. Il bacino settentrionale è quello più profondo, dove si raggiunge la profondità massima di 143 metri, mentre il bacino meridionale è meno profondo ma complessivamente più ampio.
Il bacino idrografico del lago ha una superficie totale di 116 km² e si sviluppa soprattutto nella zona occidentale, dalla quale giungono la maggior parte dei suoi affluenti.
La maggior parte degli immissari del lago provengono dalle montagne ad ovest, mentre dal Mottarone ad est discente solamente il torrente Pescone. Gli immissari da ovest sono: Scarpia, Plesna, Pellino, Qualba, Fiumetta. L'unico emissario del lago è il Nigoglia, che esce dallo specchio d'acqua a Omegna e scorre in direzione nord prima di confluire nello Strona, a sua volta affluente del Toce e quindi del Lago Maggiore. Il fatto che l'emissario scorra verso nord, cioè verso le montagne anziché verso la pianura, è una situazione unica tra i laghi prealpini italiani.
Il Lago d'Orta è suddiviso tra 13 comuni, 9 (Pettenasco, Miasino, Orta San Giulio, Gozzano, Pella, San Maurizio d'Opaglio, Ameno e Armeno) dei quali appartenenti alla Provincia di Novara e 4 (Omegna, Madonna del Sasso, Cesara e Nonio) alla Provincia del Verbano-Cusio-Ossola.
WEEKEND. CHE COSA FARE AL LAGO D'ORTA, TRA ISOLE E MONASTERI.
È uno specchio d’acqua di grande bellezza situato nel nord del Piemonte. Un lago che dalle campagne settentrionali del novarese si allunga fino alle pendici del Mottarone, il monte che lo divide dal lago Maggiore. Gli fanno da cornice fitti boschi di castagni, faggi e pini silvestri, una manciata di pittoreschi borghi e straordinari scorci. Cuore del bacino lacuale è l’isola di San Giulio, l’elemento che più di altri lo caratterizza, situata a due passi dal promontorio sul quale sorge il suo borgo gioiello, Orta. Meno caotico del vicino lago Maggiore, il lago d’Orta è meta di un turismo più discreto che da queste parti cerca l’eleganza struggente e le atmosfere magiche di una moltitudine di luoghi ricchi di fascino e suggestione.
VENERDÌ SERA A ORTA
È il borgo di Gozzano ad annunciare il lago d’Orta. L’estremità meridionale dello specchio d’acqua giunge fin sul lido di questo piccolo paese dove un tempo i vescovi di Novara s’imbarcavano per raggiungere l’isola di San Giulio. Giungendo con la strada panoramica al parcheggio a nord dell’abitato di Orta, ecco svelarsi uno dei panorami sul cuore del lago, con i tetti del centro storico di Orta, le acque e l’isola di San Giulio che par quasi di toccare con mano.
Un tagliere di salumi locali, tra cui la tipica mortadella ortese di fegato ed il gustoso prosciutto affumicato della vicina Val Vigezzo, ed un assaggio di formaggi con l’immancabile toma del Mottarone, tra i migliori formaggi d’alpeggio piemontesi, e il Bettelmatt delle valli Formazza ed Antigorio, consentono di calarsi al meglio tra i sapori di questo angolo del nord del Piemonte.
SABATO TRA ORTA, IL SUO SACRO MONTE E L’ISOLA DI SAN GIULIO
Non può che iniziare dal cuore del borgo di Orta, nella pittoresca piazza Motta, la giornata sulla sponda orientale del lago. La piazza è un grazioso salotto affacciato sulle acque, dove sorge anche il porticciolo da dove partono le imbarcazioni dirette all’isola di San Giulio. È il palazzo della Riviera di San Giulio, detto anche Broletto, ad impreziosire la piazza. Culmina in una piccola torre campanaria, risalente al 1582, ed è un misto di elementi rustici e classici, con l’irregolare scala esterna, gli affreschi della facciata e le piccole colonne del portico. Qui vi si riuniva il consiglio generale composto dai deputati del feudo vescovile di Novara.
Bella e colorata la piazza sulla quale si affacciano locali e botteghe, così come i tanti vicoli stretti e tortuosi che salgono alla volta del Sacro Monte, sito UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Dalla piazza parte la salita di via Caire Albertoletti, detta “Motta”, pavimentata in sassi e fiancheggiata da interessanti edifici storici tra cui palazzo Gemelli. Da non perdere, alla sommità della via, la bella parrocchiale di Santa Maria Assunta, risalente al 1485, poi ricostruita nel XVIII secolo.
Seconda parte della mattinata alla Riserva Naturale del Sacro Monte di Orta che domina il borgo dall’alto. Situato nell’area collinare che sovrasta il borgo e che si divide tra la zona boschiva e quella sacra. Il percorso di venti cappelle dedicate a episodi della vita di San Francesco d’Assisi, con affreschi e sculture dipinte, che culmina sul sagrato della chiesa di San Nicola di Mira, è immerso nel bosco ricco di faggi, pini silvestri, tigli, siepi di lauro e bosso.
Pranzo con un assaggio di mocetta con castagne al miele ed un piatto di tapulone, lo spezzatino a base di carne d’asino, da accompagnare con un buon vino rosso delle terre novaresi, il Ghemme.
Pomeriggio magico all’isola di San Giulio. Partenza dal porticciolo di Orta e gita sulle limpide acque del lago appoggiando lo sguardo sulla sponda occidentale, più selvaggia, mentre lentamente il battello si avvicina all’isola. 275 metri di larghezza per 140 di lunghezza, è dominata dalla basilica di San Giulio e dal vicino palazzo del Vescovo, e prende il nome dal santo predicatore che, con il fratello Giuliano, qui giunse nel IV secolo. Prima possedimento del ducato longobardo e poi dei vescovi di Novara, l’isola era un tempo abitata solo da canonici, mentre oggi è abitata dalle suore di clausura benedettine. Vi si giunge approdando con i battelli su una zona prativa della sua zona meridionale. Un’unica via segue il perimetro dell’isola, un susseguirsi di dimore e palazzi, un tempo dimore di canonici, di lussureggianti giardini, cortili, negozietti e ristorantini.
Gioiello romanico dell’isola è la basilica di San Giulio, con facciata e scalinata che danno direttamente sulle acque. Apprezzabili all’interno dipinti e affreschi di varie epoche e celebre è l’ambone in serpentino d’Oira, una pietra dal particolare colore verde estratta nella zona, risalente al XII secolo. L’abside conserva le parti più antiche del complesso, mentre le tre navate, le due torrette che sovrastano la facciata e il campanile, distaccato dalla chiesa, risalgono invece al periodo compreso tra il X ed il XII secolo. San Giulio è sepolto all’interno della basilica e le sue spoglie sono custodite in un’urna del XVII secolo nella cripta sotto l’altare maggiore.
Ritorno ad Orta dopo una nuova gita sulle acque del lago, spingendosi con lo sguardo verso il santuario della Madonna del Sasso, il porticciolo di Pella e la lontana Torre di Buccione, situata sulla cima di una collina nella zona sud del Cusio.
Cena con un assaggio di pollo con acciuga e olio tartufato ed un piatto di lasagnette con formaggi di capra della valle Strona.
DOMENICA AD OMEGNA, PELLA ED ALLA MADONNA DEL SASSO
È Omegna la prima meta della domenica. Principale centro del Cusio, vi sorge all’estremità settentrionale, alle pendici del Mottarone. Centro dalla spiccata propensione industriale, è la città natale di Alfonso Bialetti, noto imprenditore fondatore dell’omonima industria, e di Gianni Rodari, giornalista, scrittore e poeta. In città sono da vedere la chiesa tardoromanica di Sant’Ambrogio, con l’alto campanile con monofore, bifore e trifore, il ponte Antico a due archi del XV secolo, e la porta Romana, risalente al 1100, l’unica rimasta dei cinque accessi alla città in epoca medioevale.
Seconda parte di mattinata a Nonio, raggiungibile percorrendo la provinciale che lentamente sale costeggiando le acque e regalando emozionanti panorami. Terra di cave di serpentino, minerale di colorazione verde-grigia, è il “paese dei due tramonti”, infatti, in alcuni giorni dell’anno, il sole, dopo essere scomparso dietro il monte Castello, ricompare per qualche minuto, per poi tramontare definitivamente. Belli i suoi vicoli e la parrocchiale dedicata a San Biagio Martire.
Per pranzo ravioli alla toma del Mottarone, oppure uno stufato d’asino con patate, sostanziosa pietanza servita nei ristoranti sulle rive del lago.
Pomeriggio che si apre a Cesara, borgo montano situato sulle alture della sponda occidentale del lago, dov’è da vedere la bella chiesa romanica di San Clemente dall’elegante porticato cinquecentesco, con affreschi tardoquattrocenteschi ed un apprezzabile campanile con monofore, bifore e trifore. Seconda meta del pomeriggio allo straordinario santuario della Madonna del Sasso, situato sulla cima di un roccione granitico a strapiombo sul lago d’Orta. Definito il balcone del Cusio, offre dal piazzale antistante la chiesa una vista spettacolare su tutto il bacino. Chi vi giunga per la prima volta rimane incantato dalla vista e dalla dislocazione della chiesa barocca dalla bella cupola affrescata dal pittore e scultore valsesiano Lorenzo Peracino e dal bel dipinto raffigurante la “Deposizione di Cristo” di Fermo Stella da Caravaggio, discepolo di Gaudenzio Ferrari.
Seconda parte del pomeriggio in riva al lago, nel pittoresco borgo di Pella, all’ombra della vertiginosa parete granitica che sostiene il santuario della Madonna del Sasso, per respirare ancora un po’ le magiche atmosfere del lago e concedersi la vista dell’isola di San Giulio, questa volta con sullo sfondo, sull’altra sponda, il borgo di Orta sovrastato dal suo Sacro Monte.
Finale di weekend a tavola per gustare un buon involtino di persico ripieno per proseguire con un filetto di lavarello alla mugnaia, entrambi da accompagnare con un buon bianco piemontese. Serata sul lungolago per godere dell’aria frizzante della sera e delle calde luci dell’isola.
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